12.16.2010

Mercato dell'auto: IL DRAGONE DIVORA TUTTI

Quattroroute, December 16, 2010


Mercato dell'autoLa Volkswagen Lavida, un modello progettato per la Cina.Mercato dell'autoLa concept che anticipa il nuovo Taxi londinese. La società che li produce è stata acquistata dai cinesi.Mercato dell'auto

I dati sulla crescita del mercato dell'auto cinese sono impressionanti: a novembre sono stati vendute 1 milione e 339 mila vetture, con un incremento del 29.3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Tappe bruciate. Nei primi dieci mesi del 2010 la Cina si è confermata il primo mercato al mondo, con un totale di 12,49 milioni di unità contro le 10,44 degli Usa. Altro che lunga marcia, Pechino brucia le tappe a velocità vertiginose. Basti pensare che nel 2003 in Cina si vendevano appena 4 milioni e mezzo di veicoli l'anno, mentre il bacino reale è stimato intorno ai 20 e 30 milioni di veicoli l'anno. Eppure, nel 2011 assisteremo a una crescita meno esplosiva (ma sempre di crescita si tratta, gli analisti parlano di + 10%) rispetto gli ultimi anni. Ecco perché.

Fine degli incentivi. È quasi scontato, che il governo di Pechino alla fine dell'anno non rinnoverà gli incentivi per l'acquisto di automobili fino a 1.6 litri di cilindrata. A novembre, questa fascia di mercato ha rappresentato più del 70% delle vendite complessive, ovvero 939.400 vetture, un boom provcato dall'imminente scadenza degli sconti. "Si, nel 2011 il mercato cinese rallenterà" spiega Bill Russo, Senior Advisor di Booz & Company e un ruolo da ex vice presidente di Chrysler in Asia, "ma nel tempo la crescità sarà stabile e costante, trainata com'è dall'espansione della classe media".

I "padroni" sono sempre stranieri. General Motors, Volkswagen, Nissan, Ford, tutti in joint-venture con un partner locale (lo impone la legge), continuano a dominare le classifiche di vendita. Ai produttori cinesi, invece, restano solo le briciole: Geely, che ha acquisito la Volvo, a novembre ha venduto 44.155 auto, meno della metà delle 106.457 di Shanghai-GM e delle quasi 100 mila di Shanghai-Volskwagen. E se si considera che sia GM sia VW hanno anche altre joint venture, allora il distacco diventa abissale. Tra gli altri marchi "autoctoni", Chery è in crescita (67.833), mentre BYD, la Casa sui cui il finanziere Warren Buffet ha investito, ha accusato un crollo delle vendite del 18,6%. "I marchi cinesi hanno guadagnato qualche punto rispetto al passato, ma continuano a godere di una pessima considerazione da parte degli stessi consumatori cinesi", aggiunge Russo.

L'auto pulita? Per ora è un flop. Per ora quelle che vanno a ruba tra Pechino e Shanghai sono le bici elettriche, le auto a pile possono attendere. Ibride ed elettriche non interessano affatto ai cittadini della Repubblica Popolare, soprattutto a causa del prezzo troppo elevato. La BYD, stando a fonti di stampa cinese, avrebbe venduto appena 54 esemplari della E6, un modello elettrico, e circa 290 ibride, fra gennaio e ottobre. Si dice anche la Changan abbia sospeso la produzione di un modello ibrido perché non era arrivato nemmeno un ordine. Persino la Toyota Prius annaspa faticosamente. "Il governo cinese punta sulle energie alternative attraverso sussidi e stimoli ad investire - afferma, ancora Russo - ma la sfida più impegnativa per l'auto elettrica è quello del mercato: c'è tanto scetticismo per soluzioni più costose di quelle tradizionali e ancora tecnologicamente incerte".



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